top of page
  • Black Vimeo Icon
  • Black Facebook Icon
  • Black Twitter Icon
  • Black YouTube Icon
  • Black Instagram Icon
Sostieni
Il Documentario
IL PROGETTO

2019

“Non moriva! Era da giorni che non riusciva a morire... gridava, voci che non ti dico. Poi è arrivata lei, la signora della morte, in carne e ossa, «s'accabadora», vestita di scialle come una qualunque madre di famiglia. «Tzia Malleni» la chiamavano. È entrata in camera da letto e ha fatto quello che doveva fare. «E io l'ho vista con questi miei occhi», soltanto allora zia Piliedda è morta, subito è morta, quando è arrivata tzia Malleni, minuti sono passati, non più di minuti: dopo che le ha ficcato quel piccolo giogo, lei è morta. Morta e basta».

​

(Paolina Concas - testimone oculare)

HOME1.jpg
Sinossi

“L'ora del corvo” è un’idea per un film documentario, ideato e pensato  per concludere un percorso fatto di studio e ricerca su di un fenomeno che ha destato l’interesse di molti studiosi di antropologia: s’Accabadora.

 

Questa figura, espressione di un fenomeno socio-culturale e storico, nei piccoli paesi rurali della Sardegna è legata al rapporto che i sardi avevano con la morte.

​

Il compito dell' accabadora non è tanto quello di mettere fine nel senso letterale del termine alle sofferenze dei moribondi, quanto quello di cercare di accompagnarli alla fine della loro agonia tramite riti di cui si è persa la memoria.

Per realizzare questo documentario abbiamo fissato un budget che ci aiuti a sostenere le fasi principali della produzione: organizzazione, attrezzatura, montaggio, post-produzione.

​

Abbiamo bisogno del vostro aiuto per raccogliere almeno il 50% del budget fissato , al raggiungimento del quale Infinity co-produrrà il documentario garantendoci la distribuzione sulla sua piattaforma.

"Arriva di notte, avvolta in un mantello nero come il corvo. Nessuno la vede arrivare, si accomoda vicino al malato come una madre in pena, mastica lentamente una cantilena di preghiere mentre sveste il sacro dalle pietre e dalla carne, regola importante per poter finalmente consegnare il malato al riposo ed all’eterna pace."

7_112_20090409132200.jpg
Il tema

Sono molti gli studiosi che con le loro pubblicazioni hanno cominciato a fare luce su questa particolare forma di eutanasia praticata in Sardegna fino agli inizi del 1900, analizzando e mostrando come il mondo passato viveva il culto del dolore e della morte e mentre sono tutti concordi sulla veridicità del rito magico, alcuni affermano che l’aspetto cruento del rito sia solo una pura e mera invenzione.

​

Il film documentario non intende avvalorare nessuna tesi, non vuole ricercare nessuna verità, ma vuol soltanto raccontare un fenomeno tramandato per secoli attraverso i rocconti degli studiosi, le memorie dei testimoni, i pensieri degli scrittori ed i racconti e di tutti coloro che in un modo o nell'altro hanno avuto a che fare con questo affascinante e misterioso fenomeno del passato.

SINOSSI

50887330165ed489421f0085838f09d5_XL.jpg
Partner

IL TEMA

Il termine sardo s'accabadóra, (lett. "colei che finisce", deriva dal sardo s'acabbu , "la fine" o dall'arabo acabar , "terminare") denota la figura storicamente incerta di una donna che si incaricava di portare la morte a persone di qualunque età, nel caso in cui queste fossero in condizioni di malattia tali da portare i familiari o la stessa vittima a richiederla.

​

Secondo la leggenda popolare le pratiche di uccisione utilizzate dalla “Femina Accabadòra”variavano a seconda del luogo e si svolgevano pressoché in questo modo: i parenti della vittima,spogliavano la stanza da ogni immagine e simbolo sacro, veniva tolto al morituro perfino l'olio santo dalla fronte, questo per facilitare il trapasso dell'anima. La morte secondo la credenza popolare avveniva tramite soffocamento per mezzo di un cuscino posto sulla faccia del morente, oppure con un colto di bastone d'olivo ( su mazzolu di se ne conserva l'unico esemplare nella casa museo di Luras in Sardegna ) sulla fronte, o ancora strangolandolo tra le sue gambe.

​

Nonostante oggi si metta ancora in dubbio la veridicità di questa pratica, la sua esistenza è sempre stata ritenuta un fatto naturale in Sardegna, come esisteva la levatrice che aiutava a nascere, esisteva s'accabadora che aiutava a morire. Si dice addirittura che molto spesso le due figure fossero ricoperte dalla stessa persona e che il suo compito si distinguesse dal colore dell'abito (nero se portava la morte, bianco o chiaro se doveva far nascere una vita).

​

​

​

Bio
1.jpg
logo-FSFC-png.png

​

PARTNER DEL PROGETTO

BIO

logoEVA copia1.png

Laboratorio autonomo di studi e ricerca su tematiche inerenti l'etno-antropologia e la visual art, creato e gestito da studenti universitari e antropologi visuali per riscoprire e recuperare il documentario etnografico sulla scia degli insegnamenti dei grandi maestri come Vittorio De Seta, Luigi Di Gianni, Sergio Spina, Citto Maselli, Ettore Scola,  ecc. ecc.

​

Inoltre il gruppo si pone anche lo scopo di incrementare la conoscenza e la diffusione di:

​

- Laboratori di studi etno-antropologici 
- Produzione di documentari 
- Gestione e implementazione di un archivio video ed audio sull'etno- 
antropologia 
- Creazione e gestione di un blog/magazine per la diffusione della 
ricerca 
- Laboratori formativi per cinema e documentari 
- Organizzazione, gestione, produzione e realizzazione di eventi 
culturali, festival, conferenze e residenze artistiche

CONTACT

E.V.A. ethno visual anthropology
Email: produzionieva@gmail.com
Puglia, Lecce - ITALY
Tel: +39 320 55 82 506

Il tuo modulo è stato inviato!

Contact
Contact
bottom of page